Catania sotto il Vulcano Etna… Catania alle pendici del vulcano, le sue sciare laviche dove cresce la Ginestra, il suo odore allo sbocciare sulle lave è penetrare alle narici mie… Meraviglia tutta Siciliana… Se solo penso a quante suole delle scarpe ho consumato lisciando le basole laviche della mia città… Le strade che in alcune zone del centro storico diventano vicoletti fatti di pietra lavica, vissuti in amori certosini… Le piazze, alcune di queste sono dei veri e propri giardini dove specie in estate sbocciano amori ricchi di libertà e passione… Come attorno alla brace, dove giace la pace di un sentire simile all’amore, e dove la danzatrice da verso come fosse una preghiera in onore di questa città che è Visionaria… Il Cirneco è facile incontrarlo nei vicoli e nelle piazze della città di Catania, il Cirneco sta nel cuore visionario di ognuno di noi. (Vitale)
Piazza Cavour, Fontana di Cerere – Chiesa Sant’Agata al Borgo – Casa Necessita Passione – Aldo Vitale Artista Visionario – Orto Botanico / Banca del Seme, Piazza Roma – Alberi Parlano, Il Giardino dentro il giardino – Architettura Bislacca Via Umberto.
Sculture si deteriorano, luce cambia, cielo si esprime. Senza Dimora, emarginati custodiscono patrimoni ignorati, C’è bisogno un risveglio precoce.
Denuncia e poesia. Monito duro e ritmo leggero. Sole accecante e ombre piovose. Catania underground e monumentale. Si è mostrato così, al pubblico, Italia Talìa, il nuovo videoclip della trilogia di video scelti da Mario Incudine per raccontare una Sicilia inedita. È stato presentato ieri alla stampa e condiviso in contemporanea, in un clic, con la rete. Un cuntu siciliano che sa di impegno civile, ma che è stato vestito di immagini positive e travolgenti dagli occhi di due giovani registi catanesi, i fratelli Fabrizio e Bruno Urso, che ne hanno scritto il sottotesto. C’è tutto questo dentro Italia Talìa, brano che dà il titolo all’ultimo album di Mario Incudne, cantautore ennese che con il suo progetto musicale prodotto da Mario Saroglia e Kaballà ha conquistato pubblico e critica. E quello di ieri al palazzo della Cultura di Catania è stato un vero e proprio happening, un evento durante il quale l’attesa aumentava man mano che ognuno dei protagonisti raccontava il suo “pezzo” di storia legato alla realizzazione di quei 4 minuti di video, prodotto da Efesto Film. Due giorni di riprese, ore ed ore di girato. Caldo afoso di luglio e temporale improvviso. Quelle sei ore dentro la metropolitana, con i brividi di freddo nonostante le temperature estive fuori. “Tutto ripagato da un’unica visione: la metropolitana che esce dal tunnel e sbocca sul mare – racconta Egle Doria, attrice protagonista del video insieme con Vitalba Andrea e Filippo Brazzaventre – E’ stato un momento emozionante che racchiude lo spirito del video”. “Volevamo dare di questa terra una immagine diversa dagli stereotipi raccontati ancora oggi dalle fiction – spiega Mario Incudine – una controinformazione che dica: gente, Catania è una città che può fare concorrenza alle altre capitali europee. Dovremmo solo sfruttarne meglio le potenzialità. Girando il video ho capito che è una città giovane e vivace, un po’ malinconica, un po’ mitteleuropea, dalle luci spagnoleggianti”. E chi lo ha detto che il dialetto è un limite? “Il dialetto è un valore aggiunto – ancora Incudine, che con l’ultimo album ha vinto il secondo posto al Premio Tenco come “miglior album in dialetto” e il primo Premio “Città di Loano” come “miglior album dell’anno” – Italia talìa significa riuscire a farci guardare per quello che in realtà siamo”. “Nonostante il testo sia pesante – spiegano i fratelli-registi Urso –lo abbiamo riscritto in chiave road movie pieno di speranza, come la storia raccontata: l’incontro in metro tra un uomo e una donna e lo scoccare di una scintilla solidale. Abbiamo girato tra la scalinata Alessi e piazza Teatro Massimo, i tetti del Duomo, la metropolitana e i colori dei murales di via Landolina, firmati da Claudio Arezzo di Trifiletti”. “Significativo e travolgente il ritornello cantato in arabo – commenta l’assessore Orazio Licandro – “andiamo al di la del mare, amore mio, andiamo perché la ci sarà la fortuna”. E Catania è anche questo, terra di speranza per migliaia di persone che sbarcano qui”.