La sua pittura valica la tecnica, oltrepassa lo stile per essere il canale preferenziale e transitorio di una comunicazione dirompente ed incontenibile.
Essa non è una meta voluta ma una tappa incidentale.
Un creativo che non è mai stato pittore né forse continuerà ad esserlo, sceglie transitoriamente la via delle cromie intense, delle forme decostruite e plasmate da un humus di simbolismi tribali e metropolitani, naturali e acrilici.
Il riverbero di una spiritualità dalle radici occidentali, ed esautorate, volge lo sguardo a Oriente, alla ricerca dell’altro da sé, del respiro dell’anima; Oriente mitico e quindi non necessariamente storico.
Ai confini della new age, e all’interno di una pittura alleggerita dalle contaminazioni storico-biografiche, vivono forme subliminali, siano esse spettri o angeli, diavoli o dei.
Tra tentazioni cristologiche e peccati metropolitani scocca l’impellenza del pennello, ancora ai primi tocchi, ma reso vivo da un’inesauribile energia superiore.
PERCORSI METROPOLITANI
VISTO DA SIMONE NICOTRA